
Venture Capital in Europa - Outlook 2025
Il mercato europeo del Venture Capital (VC) ha chiuso il 2024 con segnali di recupero, ma senza lasciarsi alle spalle del tutto le scorie del ciclo ribassista avviatosi nel post-2021. I dati tracciati da PitchBook fotografano un ecosistema che, sebbene ancora selettivo e prudente, si sta ricostruendo su basi più razionali, privilegiando qualità e sostenibilità del modello di business rispetto alla sola crescita.
A determinare i nuovi equilibri nel panorama VC europeo sono stati, nel biennio 2023-2024, i cosiddetti "3R": tassi d'interesse (rates), ripresa (recovery) e razionalizzazione (rationalisation). Dopo un 2023 segnato da correzioni marcate delle valutazioni, il 2024 ha visto un ritorno alla crescita dei multipli pre-money in quasi tutte le fasi di investimento. Tuttavia, è una crescita selettiva, a vantaggio di operatori resilienti e progetti ad alta qualità intrinseca.
Secondo PitchBook, le valutazioni mediane pre-money sono salite a:
- €3,7 milioni nel pre-seed (+oltre 100% YoY),
- €7,8 milioni nell’early-stage VC,
- €21,1 milioni nel late-stage VC.
Parallelamente, il valore mediano dei deal ha mostrato un trend analogo, crescendo soprattutto agli estremi della curva di maturità: pre-seed e venture growth. Si è affermata una logica “value over volume”, in cui meno deal significano meno rumore, ma più sostanza. La selettività è tornata al centro.
La nuova selezione naturale
Il clima di razionalizzazione ha avuto anche un impatto “darwiniano”: i progetti in grado di attrarre capitali nel 2024 sono quelli che hanno dimostrato migliore tenuta nei fondamentali, in termini di economics, traction e governance. L’aumento dei down-rounds nel 2023 ha fatto da wake-up call per tutto il settore, imponendo un reset delle aspettative – per imprenditori, investitori e stakeholder.
In parallelo, si è visto il rafforzarsi del concetto di "quality bias": le società che hanno superato indenni la contrazione del 2022-2023 risultano oggi mediamente più forti, meglio capitalizzate e con un business model più validato.
Le nuove forze trainanti del 2025
Guardando al 2025, emergono tre nuove direttrici strategiche:
AI come driver trasversale, ma ancora non dominante nelle valutazioni: sebbene non abbia ancora superato verticali tradizionali in termini di valore mediano dei deal, l’Intelligenza Artificiale mostra uno dei tassi di crescita più elevati del mercato VC.
Disparità geografiche crescenti: l’Europa resta strutturalmente sotto valutata rispetto agli Stati Uniti, creando frizioni crescenti in fase di scale-up e nelle scelte di exit, con un crescente brain drain verso mercati più liquidi e generosi come il Nasdaq.
Recupero delle exit: il mercato IPO, dopo la crisi degli ultimi due anni, mostra i primi segnali di riapertura. L’outlook per il 2025 è positivo, anche grazie a una maggiore visibilità macroeconomica e una maggiore stabilità dei tassi d’interesse.
Il 2024 ha confermato la netta polarizzazione degli investimenti VC su quattro settori chiave:
Artificial Intelligence
Non è ancora il segmento con le valutazioni medie più alte, ma è quello con la maggiore crescita nei deal size. In particolare, l’AI applicata al mondo B2B (automazione, data enrichment, supply chain optimization) attrae capitali smart. L’AI generativa inizia invece a soffrire una fase di saturazione hype.
Climate Tech & Energy Transition
Verticale in espansione grazie al boost normativo europeo (Green Deal, RepowerEU), si concentra su soluzioni legate a batterie, smart grid, carbon capture e materiali circolari. Gli investitori privilegiano business con unit economics già solidi.
Digital Health & MedTech
Dopo l’euforia post-Covid, il comparto si è consolidato. Oggi gli investitori premiano startup che integrano regulatory compliance, AI e scalability nel modello. Le valutazioni restano alte, ma più selettive. Le exit avvengono spesso tramite M&A con big pharma.
Cybersecurity
Sempreverde. Gli eventi geopolitici e il rafforzamento delle normative (es. NIS2) spingono il comparto, soprattutto in ambito cloud, edge e IoT security. Valutazioni alte ma sostenute dai ricavi e da MRR ricorrenti.
Focus Italia: più selettività, meno volumi, ma segnali di maturazione
L’Italia conferma nel 2024 un trend simile a quello europeo, ma con alcune specificità. Il dealflow è in leggero calo rispetto al picco 2021-2022, ma le valutazioni tengono meglio del previsto nei segmenti più maturi. Il mercato italiano si sta spostando da una logica "quantity-driven" a una più "quality-driven", in cui i capitali si concentrano su pochi progetti ben strutturati, spesso con solidi legami industriali o spin-off universitari.
Secondo dati PitchBook:
- Il pre-seed resta dominato da family office, incubatori universitari e business angel domestici, con mediana pre-money intorno ai €1,5-2 milioni, leggermente sotto la media europea.
- L’early stage VC italiano vede valutazioni tra i €4 e i €7 milioni, spesso sostenute da fondi pubblici (CDP Venture Capital in primis) e da programmi europei.
- Il late-stage è ancora poco popolato, con pochi deal superiori a €20 milioni. Le scale-up preferiscono cercare round significativi all’estero, confermando una strutturale dipendenza da capitali esterni.
Milano, Torino, Bologna e Roma stanno diventando veri e propri hub, con l’emergere di cluster tematici legati a fintech, AI, clean tech e digital health. E il numero di operatori italiani con un mandato d’investimento sopra i €50 milioni è in crescita, a testimonianza di una maggiore maturità istituzionale dell’ecosistema.
Il Venture Capital europeo sta quindi attraversando una fase di ridefinizione profonda. Non è una ripresa lineare, né uniforme, ma un processo selettivo che favorisce gli operatori con visione, disciplina e capacità di execution. L’Italia non fa eccezione, ma dimostra segnali incoraggianti di crescita qualitativa.
Il 2024 ha segnato la fine della fase più turbolenta del ciclo VC post-pandemia, aprendo la strada a un nuovo corso fatto di maggiore disciplina, convergenza verso i fondamentali e attenzione alla qualità. L’Europa, nonostante il gap con gli USA, ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo di primo piano, soprattutto nei segmenti in cui può esprimere leadership tecnologica e regolamentare.
La lezione degli ultimi anni è chiara: nel Venture Capital moderno, il capitale non è più un diritto, ma una conquista. E come diceva Darwin, “non è la specie più forte a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento”.